Oberlunar interview August 2020

Press Release

Interview with Francis Oberlunar made on 21 August 2020 on a well-known Italian music magazine.

It is available here!!!!

Oberlunar è un pianista e compositore italiano. Nel 2020 ha pubblicato il disco Adhal che racchiude 15 anni di lavoro. Un disco innovativo con tecniche di sperimentazione nuove e ricercate. Abbiamo fatto una bella chiacchierata con lui… ecco il racconto

Oberlunar nasce come Francesco Bardozzo a Voghera il 6 marzo del 1986 e vive ad Alessandria fino all’età di 15 anni. Nel palazzo dove viveva, la sua cameretta confinava con l’appartamento di un insegnante di musica in pensione, il Maestro di pianoforte Emanuele Rizzo, subito tra i due si instaura una sintonia e ogni scusa era buona per Francesco per andare a trovare il maestro e apprendere quanto più poteva. Il Maestro Rizzo muore verso i suoi 13 anni, pertanto Francesco viene iscritto ad una scuola di musica nota nell’Alessandrino. Dopo poche settimane di lezioni, viene caldamente consigliato a Francesco di “andare a giocare a calcetto” perchè completamente negato per la musica.

«Questa grandissima delusione l’ho vissuta per anni come un fallimento, come non essere abbastanza, ma anche come una sfida» spiega Francesco.

Dopo i 15 anni la famiglia si trasferisce a Domicella in provincia di Avellino, nel salone di quella vecchia casa di campagna Francesco trova un pianoforte pieno di tarli, un Otto Hertz Berlin, col tempo e da autodidatta incomincia a suonare su quel pianoforte scordato portando allo sfinimento i suoi genitori e chiedendogli ripetutamente di restaurarlo, sono i primi anni 2000, quegli degli studi umanistici e del Liceo Classico.

Per un lungo periodo, suo padre Luigi, chitarrista per diletto, lo sprona a migliorare, comprandogli libri di musica e canzonieri.

Nel 2004 Francesco incomincia a comporre quella che poi diventerà Blue Rain, e che sarà il pezzo forse più “classico” del suo disco Adhal pubblicato con il moniker Oberlunar.

«La particolarità di questo pezzo è che è stato il primo ad essere composto, ed è stato l’ultimo ad essere finalizzato nel 2020. Al momento gli ho dato una veste, ma non è detto che rimanga questa. Il finale in futuro potrebbe cambiare, è un brano in continua evoluzione».

Nei 10 anni successivi Oberlunar sperimenta più tecniche di composizione ed improvvisazione cercando di formare diverse band, da alcune più elettroniche ed hiphop fino alla sua ultima band Alien Juice, una band prog rock e psichedelica. In quella band di quattro ragazzi di campagna, Francesco ha cominciato ad approcciarsi alla sperimentazione con i sintetizzatori analogici. Ad esempio il Moog del solo finale di Dancing Shadows nasce proprio in quel contesto.

«In quegli anni ho abbracciato anche altri stili musicali, dal cantautorato italiano alla elettronica berlinese, dalla classica al jazz, cercando di studiarne le metriche complesse, i tempi dilatati e spesse volte diacronici».

Quelli sono anche gli anni di una amicizia edificante per la sua cultura ed eclettismo musicale, quella con il cantautore punk-rock Johnny DalBasso, è il 2010.

«Johnny ha una importante influenza nel mio background musicale e per me è stato un buon amico ed una guida artistica, tant’è che ripensando a questa amicizia ho composto il brano intitolato appunto Talking with Johnny.»

Quelli sono gli anni in cui Francesco abbraccerà anche lo studio della chitarra e di varie tecniche compositive ibride.

Il 2016 per Francesco è l’anno della laurea, prima in matematica ad indirizzo informatico, e poi la specialistica in Intelligenza Artificiale e Computazionale.

Per lui il passo è breve e l’obiettivo risulta chiaro, continuare a sperimentare col pianoforte ed utilizzare le reti neurali (l’intelligenza artificiale) per addestrare una rete neurale che possa sviluppare dei pattern musicali perfetti, estranianti, e a tratti non umani, per poi riumanizzarli ma, in modo completamente diverso, con appunto uno stile dark e misterioso che lo contraddistingue.

Più pianoforti sovrapposti, pattern spesse volte inapplicabili a 2 mani ma che suonano all’unisono nella loro complessità. Arrivano gli anni del dottorato di ricerca (PhD cum laude), in microrobotica e intelligenza artificiale.

Francesco nel risicato tempo che ha tra la scrittura di una pubblicazione scientifica e i vari esperimenti nel suo laboratorio all’Università trova tempo per chiudere un lavoro incominciato 15 anni prima: «Per soddisfazione personale, per realizzarmi contro quella fissa che avevo da anni, perchè così mi sento più leggero e posso dire finalmente di aver realizzato un sogno che avevo da bambino».

Il 2020 è l’anno in cui viene pubblicato il disco Adhal con sette brani autoprodotti e nasce ufficialmente il progetto Oberlunar. «Oberlunar, che significa, sopralunare, nasce da un elemento della simbologia cabalistica e di magia bianca collegato al mio angelo custode Jabamiah.»

Francesco non si definisce un pianista e non suona il piano nel senso classico del termine, Francesco fa esperimenti, compone e lo fa col tempo, nota dopo nota.

«Con Adhal penso di aver creato un lavoro che farà discutere, sia per le tecniche compositive e sperimentali utilizzate, sia perchè dietro ogni opera ci sta un storia. Sono convinto che il lavoro nel suo insieme è solido, senza tempo, ha un “blue” profondo e oscuro, misterioso, il connubio tra la perfezione delle I.A. ed il gusto umano. Negli anni ho scritto più di un centinaio di inediti sia strumentali, sia da cantautore in inglese ed italiano. Ho molto materiale su cui lavorare, il mio prossimo disco sarà sia voce che pianoforte, punterò a tecniche sperimentali e compositive sempre più innovative, anche se una cosa è certa, non monterò mai il vocoder / autotune sulla mia voce».

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